Calcolosi renale e ureterale
Epidemiologia
La calcolosi renale è una condizione comune, con una prevalenza in costante aumento nei Paesi industrializzati, dove interessa circa il 10-15% della popolazione nel corso della vita, con un picco tra i 30 e i 50 anni e una maggiore incidenza negli uomini. È causata dalla precipitazione di sali cristallini nel tratto urinario, principalmente ossalato di calcio (ma ne esistono di diverse varianti quali fosfato di calcio diidrato e monoidrato, da acido urico, cistina ecc), in presenza di fattori predisponenti come disidratazione, dieta iperproteica o ricca di sodio, obesità, alterazioni metaboliche e familiarità. Clinicamente può essere asintomatica o manifestarsi come una sensazione di pesantezza o dolore gravativo alla schiena. Talvolta, quando i calcoli staccandosi dal rene impegnano l'uretere può manifestarsi con colica renale, caratterizzata da dolore lombare acuto molto intenso, ematuria e, talvolta, nausea o vomito.
Diagnosi
La diagnosi si avvale dell’esame urine, della valutazione metabolica e dell’imaging: l’ecografia renale è utile per la prima valutazione, mentre la TC senza mezzo di contrasto è il gold standard per confermare la presenza e la localizzazione del calcolo. Gli esami ematici sono utili per valutare l'insufficienza renale ed eventuali alterazioni degli elettroliti
Trattamento
Il trattamento dipende dalle dimensioni e dalla posizione del calcolo:
-i calcoli piccoli ureterali possono essere trattati con terapia medica espulsiva e analgesici;
-i calcoli grandi ureterali o piccoli sintomatici richiedono interventi come l’ureteroscopia (URS) con litotrissia laser;
-i calcoli renali < 1 cm posso richiedere trattamenti meno invasivi come come la litotrissia extracorporea (ESWL) o Ureterorenoscopia (RIRS) con litotrissia laser;
-i calcoli renali > 2 cm possono richiedere interventi più invasivi come la nefrolitotrissia percutanea (PCNL);
-i calcoli compresi tra 1 e 2 cm possono essere trattati con tutti i summenzionati trattamenti, e si decide in accordo con l'habitus del paziente;
La prevenzione delle recidive è fondamentale e si basa su modifiche dello stile di vita, dieta personalizzata e, se indicato, terapia farmacologica.
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